Anche quest’anno il Natale all’ITI “Cannizzaro” di Catania sarà festeggiato rivivendo la tradizione del Presepe e rivolgendo l’attenzione ai più bisognosi. Gli studenti della 4 A Informatica hanno accolto con entusiasmo l’invito di allestire il presepe nell’androne della scuola ed hanno partecipato tutti con particolare affezione a questo appuntamento che da anni si rinnova all’ITI Cannizzaro, diretto dal Dirigente Scolastico Prof.ssa Giuseppina Montella.
Il Presepio non è solo una tradizione, ma un simbolo che richiama in profondità l’identità culturale delle nostre radici. E’ un segno che ha il potere di riproporre all’attenzione dell’uomo nella normalità della sua vita, la riflessione e la meraviglia per la straordinarietà dell’agire di Dio nella storia della salvezza perché Natale porta con sé, al di là della personale adesione alla fede cristiano-cattolica, una forza culturale e identitaria ed escluderlo avrebbe come conseguenza solo un “impoverimento” del tessuto educativo.
Non si può limitare la libertà di vivere i propri valori per non offendere qualcuno, considerando peraltro come a non sentirsi offesi sarebbero gli alunni (cristiani e non, italiani e non) molto più aperti di certi adulti.
Pertanto non si può, per una maldestra idea di rispetto, arretrare sui valori: la questione non è togliere, ma semmai aggiungere simboli e valori di altri soggetti presenti nella realtà scolastica.
Davvero inverosimile è vedere nel Natale una minaccia contro chi professa altre religioni o ha determinate convinzioni etico-filosofiche e non piuttosto il segno umile, povero e disarmato della nostra profonda umanità: l’invito a cercare sempre pace e giustizia, in spirito di dialogo e di mitezza perché quel “Bambino” ci invita ad essere più buoni, cioè più umani: uomini di gioia e di speranza.
Quindi rinnegare le nostre tradizioni non è la strada giusta per integrare coloro che hanno altri credi religiosi, che vanno rispettati, ma senza soffocare i nostri. E’ necessario continuare a credere che le differenze costituiscono una ricchezza, ma per dialogare bisogna avere chiara la propria identità. Occorre, perciò, sapere chi si è, non annullarsi, perché negarsi l’identità non aiuta a capire chi siamo e….figuriamoci se aiuta il dialogo!
Referenti proff. Giusy Ferlito e Pina Peligra
Allestire un presepe in ogni scuola. Dalla Sicilia una proposta per tutta l'Italia
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